XXVII Festa dei popoli 2018, foto di Giuseppina Colicci.
La Festa dei popoli, diffusa in molte città italiane, è nata nel 1991 ad opera dei Missionari Scalabriniani in collaborazione con la Fondazione Migrantes. Le prime edizioni a Roma si svolsero infatti nella Parrocchia del SS. Redentore a Val Melaina. Dal 2005 al 2019 la manifestazione è stata realizzata a piazza San Giovanni articolandosi in due momenti principali: la messa nella Basilica e la festa nel piazzale antistante. Il video riassume alcuni passaggi significativi delle edizioni del 2014 e del 2015, che sono state tra le prime documentate dal gruppo di ricerca. È possibile dunque rendersi conto di quali fossero gli elementi salienti: 1. gli stand per la promozione dell’artigianato e delle attività culturali di molte comunità; 2. l’attività dei cori, che si preparavano all’esterno e che poi si disponevano, abitandolo ordinatamente, nell’ampio spazio preabsidale destinato alle cantorie, per succedersi nell’animazione liturgica; 3. alcuni momenti della festa: il pranzo “interculturale”, le esibizioni organizzate o spontanee.
La processione d’entrata dei sacerdoti è stata accompagnata, in questi due anni e anche in altri successivi, dall’inno Popoli tutti acclamate (versione italiana dell’inno del risveglio Shout to the Lord composto dalla musicista australiana Darlene Joyce Steinhardt nel 1993).
Il gruppo di ricerca ha documentato la Festa dei popoli a piazza San Giovanni fino all’edizione del 2019 seguendone le evoluzioni.
Dal 2017 l’organizzazione è stata dell’Ufficio Migrantes del Vicariato, diretto allora da Monsignor Pierpaolo Felicolo, e in particolare della dott.ssa Francesca Di Martino che nel 2018 organizzò un dibattito dal titolo La chiesa in ascolto: rappresentanti delle comunità, soprattutto donne, si confrontarono con intellettuali e politici sulla realtà lavorativa e sociale della capitale. Il dibattito è stato registrato dal gruppo di ricerca e conservato in formato audio nell’archivio LADEM.
L’intensificarsi dei provvedimenti di sicurezza costrinsero nel 2018 la manifestazione a “restringersi” all’interno degli spazi transennati del sagrato.
Festa dei popoli 2018 circoscritta allo spazio del sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano, 2018. Foto di Giuseppina Colicci.
La documentazione più accurata riguarda però soprattutto la messa nella Basilica, in quanto la musica liturgica era il focus principale del progetto. Si possono quindi seguire le variazioni nella scelta dei brani e nell’avvicendamento dei cori. Nel 2017 il canto di ingresso era invece congolese, guidato da Angela Ndawuki Mayi e accompagnato dal compositore e chitarrista Cola Lubamba.
Festa dei popoli 2017 canto d’ingresso: coro congolese sullo sfondo.
Festa dei popoli 2017 coro congolese, canto d’ingresso.
Nel 2019 la danza processionale per l’offertorio, che in molte edizioni era eseguita da comunità africane, fu realizzata da giovani indiano-malabaresi.
Festa dei popoli 2019 comunità indiana, Offertorio.
Negli anni le varie comunità sono state rappresentate, oltreché dai loro cori, anche dai lettori durante la liturgia e dalle bandiere che in alcune edizioni hanno sfilato durante il canto d’ingresso e d’uscita.
Festa dei popoli 2018. Uscita della processione delle bandiere.
Dopo l’interruzione dovuta alla pandemia da COVID-19, la festa è tornata dal 2022 in una modalità decentrata. Alcune parrocchie, soprattutto quelle che ospitano al loro interno più comunità, hanno organizzato l’edizione del 2022 e quelle degli anni seguenti. Il gruppo di ricerca ha potuto seguire la Festa dei popoli che ha avuto luogo a Torre Angela il 22 maggio 2022, nella chiesa e nel teatro dei SS. Simone e Giuda Taddeo. Dopo la messa la comunità nigeriana e quella rumena hanno offerto uno spettacolo di danze tradizionali grazie alla partecipazione entusiasta soprattutto di giovani di seconda generazione. Nell’ottobre 2024 la manifestazione della VI Prefettura organizzata da Don Pietro Guerini, dal 2022 responsabile dell’Ufficio Migrantes del Vicariato di Roma, ha avuto luogo a S. Maria degli Angeli, con la partecipazione dei cori ghanese, libanese-maronita, filippino.
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